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venerdì 21 ottobre 2011

Oggi ho ricevuto una e-mail da mia nonna

Mia nonna non è una di quelle deliziose signore anziane che si vedono al parco sedute su una panchina.
No. No. No.
Lei, se mai dovesse essere seduta su una panchina in un parco inizierebbe a commentare con vena acida e brontolona l'atteggiamento di chiunque passi (da qualcuno devo pur aver preso). Lei è una nonna in prima linea, è una piccola bulla del supermercato, che nessuno osi intrappolare lei e il suo carrello in un ingorgo. In macchina ha l'atteggiamento tipico dei rappresentanti, quelli che in auto loro malgrado ci passano le giornate e odiano quelli che invece hanno la guida da "gitarella". Al volante impreca, eh si, e i suoi massimi rivali sono i ciclisti. Odia i ciclisti di Paesuncolo (che a Milano avrebbero una vita media di 3/4 secondi, prima o poi dovrò fare un post riguardo ai ciclisti di Paesuncolo, che sono una vera razza a sè). Attacca bottone con chiunque e ovunque, per lo più iniziando con frasi che mettono in vistoso imbarazzo le sue nipoti. E' una persona che vive in anticipo, se si deve uscire alle 8 lei alle 7 è già fuori, uscivo dalle elementari alle quattro e mezza, alle quattro vedevo già la macchina parcheggiata. Dice di non sopportare la telefonata che tutte le domeniche mattina le fa sua sorella, ma se tarda o non chiama, inizia a chiedersi il perchè. Se mia nonna è sveglia TUTTI devono essere svegli e se non lo sono ci pensa lei a svegliarli con gesti che hanno poco a che vedere con la grazia di una ballerina.
Ma è anche buona, di compagnia, generosa. Per noi nipoti farebbe di tutto, come sobbarcarsi un inquilino dopo un divorzio. Per anni ha guardato con me Mila e Shiro, Piccoli problemi di cuore e Solletico. Per anni tutti i giorni mi ha portato a scuola, mi è venuta a prendere, mi ha preparato la merenda, cambiato i vestiti e poi portata a pattinaggio, rimaneva lì a bordo pista, se mi fossi fatta male doveva essere lì pronta con disinfettante, mercurio cromo e cerotti.  


E' nata e cresciuta in città, ha studiato fino ai 19 anni, quando studiare era un vero privilegio. La guerra l'ha vista, era solo una ragazzina, ma nella sua mente vive ancora l'immagine di suo padre con la schiena al muro.
Aveva solo ventun anni quando ha incontrato un ragazzo francese con il sogno di diventare pittore. Si è innamorata e dopo un anno con la mia mamma in grembo, si è sposata quel bellissimo ragazzo con la testa piena di sogni. Dopo il matrimonio ha vissuto con i suoi suoceri: una suocera che si è sempre rifiutata di imparare l'italiano e un suocero padre-padrone (così dicono i racconti).


Giovane e inesperta lavorava in una ditta di trasporti: a lei il compito tenere in riga decine di camionisti.
Ha lavorato una vita intera, i sogni libertini di quel ragazzo francese non bastavano a mettere in tavola pranzo e cena per quattro persone e poi l'ha accudito come un bambino, il suo pittore francese, quando si è ammalato. Una stanza in casa attrezzata come una camera d'ospedale. Un letto con pesanti sbarre di ferro, flebo e siringhe. Fino alla fine.
E quando suo malgrado ha smesso di occuparsi di suo marito si è fatta carico dei suoi nipoti. Ne ha cresciuti tre senza chiedere niente a nessuno. Certo, si lamentava e si lamenta ancora oggi, ma non appena le si diceva che ci avrebbero portato da una baby sitter....per carità, i suoi nipoti li avrebbe curati lei e così ha sempre fatto.


Da sempre io me l'abbraccio tutta, la stringo forte, me la stritolo bene, le do mille baci e lei che ripete "sta so de dos" (= alzati). La chiamo tutti i giorni e mi risponde dicendo "te set amò tèè" (= sei ancora tu), ogni volta che le si chiede "come stai?" non inizia elencando acciacchi legati all'età, no, non è da lei, risponde con un sonoro "me sto mei de te!"


Da quando tutti e tre abbiamo finito il liceo, quella casa si è un po' svuotata, ma lei non si è fatta scoraggiare dalla sindrome del nido vuoto: un corso di nuoto, giri al mercato due volte a settimana, spesa al supermercato e da ultimo...


"voglio un computer!"

mercoledì 19 ottobre 2011

Sistema operativo non trovato

Perchè non trovi un sistema operativo che sono certa sia installato? Perchè?
Spento, un piccolo vuuuop e lo schermo è diventato nero e nessun segnale di vita per qualche giorno!
Ti tratto bene, ti porto sempre con me, ti pulisco con Vetril e aria compressa. Non mangio nemmeno cose "sbricciolose" sui tuoi tasti immacolati. Sono restia a lasciarti in mani altrui: di te mi occupo io, eppure ti sei rivoltato.
Cosa non sopporti? Non ti piacciono le serie tv che guardo? Mal sopporti il sito del Corriere e preferiresti Repubblica? Sei stanco dei refresh ogni 20 secondi quando aspetto una mail? Odi la musica che ascolto? O proprio ti fa proprio schifo questo piccolo e innocuo blog?

Uno dopo l'altro tre dischi di beckup hanno cancellato tutta la tua storia, ti hanno urlato "eccolo Windows 7!", ma non temere ho QUASI tutto sul disco esterno e pian pianino ritornerai ai tempi d'oro, ma prima tra qualche giorno sarai costretto ad andare alla "casa madre". Non suona bene, non suona affatto bene. Casa madre non scatena nel mio immaginario una scena bucolica, ha un suono ostile.
Tranquillo, presto tutto tornerà come prima, ti voglio in forma, c'è una tesi da scrivere!

domenica 9 ottobre 2011

Milano è un’ape impaurita vestita di seta stracciata



Settimana a Milano. Settimana di aule studio deserte, settimana di panini al sapore di plastica, settimana in cui si è assaporato l'ultimo caldo, settimana di incontri che si evitavano in modo certosino da mesi, settimana in cui ho imparato a giocare a 007 ("facciamo che finchè non vinco, mi dai la rivincita"), settimana di gite serali a Porta Genova, settimana del "ce l'abbiamo fatta", settimana che ha dato il benvenuto all'autunno, settimana del "era l'unica professoressa simpatica: la strozzerei", settimana di attese in lunghi corridoi della Statale, settimana in cui il Tappetto di 10 anni al mio canticchiare Hanno ucciso l'uomo ragno che passava per la radio dice che non sa chi sia Max Pezzali, ma canta in continuazione i Jonas Brother, settimana del gelato più buono di Milano, settimana pensando a Lei a disperarsi per un amore che si è rivelato un calesse, settimana in cui i telegiornali hanno parlato solo di Amanda&Raffaele e del partito "Forza Gnocca", ennesima settimana in cui la tesi non prende forma, settimana alla riscoperta di una vecchia canzone, settimana in cui mi sono scontrata con i rincari Trenitalia, settimana in cui in mancanza di computer ho guardato la tv, settimana in "casa colorata", settimana con un libro di Severgnini prima di dormire, settimana in cui mi sono ricordata perchè mi piace Milano e odio Paesuncolo, settimana in cui mi sono ricordata perchè amo Paesuncolo dopo sette giorni a Milano, settimana in cui Loro hanno ricominciato i corsi mentre io stavo a guardare, settimana con il timore/speranza di vederlo..
Settimana che si conclude allegramente con un gran raffreddore, mal di testa, gola in fiamme e una voce troppo limitata per i miei exploit canori nel box doccia.



giovedì 6 ottobre 2011

Il primo pessimo pubblicitario

"Ragazzi la pubblicità è un mondo difficile. Pensate che il primo pessimo pubblicitario è stato Dio nella storia di Adamo ed Eva... Non guardatemi così, è vero. Ha proibito di mangiare la mela e quel divieto l'ha resa il frutto più appetibile del mondo. Satana sotto le mentite spoglie di serpente è stato un ottimo pubblicitario. Ha individuato il suo pubblico, ne ha studiati i punti deboli, li ha attaccati e BEEEM! Devo spiegarvi com'è finita?"

(Da una lezione di Teorie e tecniche della comunicazione pubblicitaria)
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