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mercoledì 29 giugno 2011

è proprio quando te ne dimentichi che...

Oggi era la giornata AMARCORD. Al telefono con la mia migliore amica ripassavamo i compagni delle elementari, delle medie e del liceo.
"Ma si è fatto più carino o ancora occhiali e apparecchio"
"Ma che fine ha fatto? Studia o lavora?"
"Spero sia dimagrito"
"Era così bellino da piccolo, adesso è uno sgorbio"
“Ce l'ho amica su FaceBook, devi vedere che foto”
"lei? pare sia una ragazza allegra"
"ah, l'ho visto sul treno"
"ma sta ancora con lo stesso tipo? Che tristezza".
Poi ci siamo arenate. Su una ragazza del liceo che era completamente sparita. Più sentito nulla, più vista in giro e anche sul potente mezzo per lo stalking (FaceBook) non ci sono sue tracce.
- Cercala su Google
Mai frase fu più sbagliata.
Durante l'ultimo anno di liceo, allo scadere di maggio uno dei due maschi della classe sopravvissuti ebbe la brillante idea di pubblicare sul suo blog un commento per ogni compagno di classe, seguito da un voto.
Non tutti sapevano di questa cosa. Giravano per la classe foglietti clandestini, gente sghignazzante, ma nulla aveva scosso il precario equilibrio di quella classe tanto disunita da richiedere l'intervento di una sorta di terapia di gruppo.
In una calda mattinata primaverile, l'intera classe era nel laboratorio di informatica per preparare la tesina (beh...ci siamo capiti) e gira che ti rigira (termine altamente tecnico) c'erano 20 computer su quella pagina.
Ciò scatenò il putiferio nella classe. Gente che non si parlava più, liti, nervi a fior di pelle (tutto amplificato dall'ansia pre esame). Anch'io litigai con la mia compagna di banco.
Durante la cena di classe (fatta tra la fine delle lezioni e l'inizio degli esami) con tutti i professori presenti aleggiava ancora nell'aria il clima di discordia creato da quel fantomatico post.
I professori volevano leggere, volevano vedere, così l'autore declamò a tutti, davanti a gnocco fritto e primosale, quello che aveva scritto.
Sapere che gli altri avevano letto, che avevano anche riso era una cosa, ma sentirlo ad alta voce seguito da "siiii è vero" o urletti isterici, fu troppo per alcune fanciulle.
Non se ne parlò più. Il liceo finì e da allora quella classe non si è più riunita.
Tornando ab ovo, abbiamo inserito il nome e il cognome della compagna di classe in Google e il primo risultato era la pagina di quel blog.
Ormai immemori che stavamo cercando che fine avesse fatto la cara ragazza, abbiamo inserito anche i nostri nomi e cognomi e anche per noi il primo risultato è stato quella pagina.
Io sono per l'assoluta libertà di esprimere qualsiasi opinione, però non ritengo affatto corretto che una persona qualunque possa scrivere ciò che voglia, mettere il mio nome e cognome e che ciò sia visibile al mondo.
Perchè lui può esprimere giudizi sulle persone e questo rimane indelebile?
Io non avrei mai e poi mai messo i cognomi. Già non metto mai i nomi, figuriamoci i cognomi. Avrebbe avuto lo stesso risultato se avesse scritto solo i nomi. Avrebbe comunque generato il caos in 5 A Ling, ma avrebbe fatto si che 3 anni dopo avremmo potuto far finta che quelle liti finali non ci fossero state e ci avrebbe permesso di crogiolarci in ricordi migliori di quello che è veramente stato il liceo.

sabato 25 giugno 2011

Tolto il dente, tolto il dolore?! Ennesima cazzata!

Sai che farà male, tutte le tue amiche hanno volutamente ingigantito le esperienze di “un amica del mio ex”, o “la cugina della mia vicina di casa”, prospettandoti scenari epici e drammatici, ma tu, con la testa bassa e una panoramica in mano entri nello studio del dentista per togliere il primo dente del giudizio.

Tutto tranquillo, ci sei già stata, sempre per brevi sedute di “Apri. Chiudi. Tutto a posto ci vediamo tra tre mesi”, stavolta è diverso e il tuo stomaco che si contorce lo sa, oh se lo sa.
Uno stuolo di ferri, che la lamapada a LED rende ancora più brillanti. Una siringa, dentro un liquido giallo.
Inizia la tortura e pensi “ma non sento nulla, che bello”. Vedo impugnare gli arnesi più grandi e più strani, non mi spavento nemmeno quando vedo il bisturi e quando sento “cuciamo” penso “di già?”.
Nella mia ingenuità uscita dallo studio del dentista parlavo, in macchina cantavo, ho scritto alle mie amiche “mi avete messo paura per nulla”. Ero nel pieno della mia gioia. Ci fermiamo in farmacia. Ci fermiamo a prendere del gelato e inizio a sentire come uno spillo che insiste sulla mia gengiva. Il tempo di tornare a casa, appoggiarmi sul letto con un libro e il male cresce, cresce, cresce. Un male da non riuscire ad aprire la bocca, un male da rifiutare che la tua cena sia una vaschetta di gelato, ma di quello buono.
Un male che nemmeno “ascolta canzoni allegre e ti passa” attenua.

L'anestesia è stata bella. Un'esperienza bellissima. Mi ha fatto credere di essere Wonder Woman. Piacere effimero.
Adesso io e il solco che ho in bocca al posto del dente quarantotto conviviamo, più o meno pacificamente, aiutati da quel gran giudice di pace che è il MOMENT.

Ma i detti popolari sono una gran fregatura.

mercoledì 22 giugno 2011

Io che per un niente vado giù

Spaccacuore urlata a squarciagola con annesso gesto di sparo, è mia. è nostra.
La torta al cioccolato dopo un esame andato a male è nostra.
Irlanda


domenica 19 giugno 2011

Italia si, Italia no

Perchè io sono del nord, non so cosa vuol dire avere il mare vicino a casa
Perchè io sono del nord, non so cosa vuol dire l'allegria della gente del sud
Perchè io sono del nord e mi ostino a mettere gli articoli davanti ai nomi propri
Perchè io sono del nord e il pesce lo conosco solo surgelato
Perchè io sono del nord, a marzo sono ancora avvolta nel piumino d'oca
Perchè io sono del nord e l'ignoranza c'è anche qui
Perchè io sono del nord e di nati stanchi ce n'è ovunque
Perchè io sono del nord e non sono così sicura che l'arretratezza sia prerogativa del Sud

Perchè io sono del nord, ma non mi riconosco in nulla di quello che è stato detto oggi sulla gente del nord.
Non sono più operosa, colta, diligente, educata, civile e intelligente delle ragazze della mia età che vivono al Sud, anzi...
Pontida darà voce a molti che la pensano così, ma io nel mio piccolo sono felice di non avere barriere mentali dettate dai confini geografici.
Anche perchè a me la polenta, non piace...

Si dice che il mondo sia bello perchè vario! Sarà...

lunedì 6 giugno 2011

Perchè affidate i desideri a enormi palle di gas?

Vagando per il World Wide Web (inchino ad Alfi), ho trovato il video di un programma scientifico per bambini condotto da niente popò di meno che Margherita Hack.

Il tutto iniziava con una frase “perchè affidate desideri alle stelle? Sono solo enormi palle di gas. Niente di epico o romantico.”

Perchè da che ci siamo non raccontiamo ai bambini che quel bontempone vestito di rosso è frutto del consumismo?
Perchè armati di manuali di anatomia non spieghiamo che una ragazza con le pinne al posto delle gambe non ha nessuna possibilità di esistere?
Perchè non dire anche che gli alberi non parlano, che il topino dei denti è una gran fregatura e che gli spinaci non li faranno diventare dei super eroi.
E anche che è davvero di cattivo gusto credere che una donna a cui sono stati tolti gli occhi, il 13 dicembre porti giocattoli a tutti.

Crescono talmente in fretta. Hanno anni e anni per non credere nella magia. Dovranno confrontarsi con la vita, dovranno imparare che “giochiamo a fare i pirati” o “facciamo che io sono la mamma e tu la bambina” o “assaggia qui” mostrandoti un intruglio di erba, terra e acqua in un piccolo piattino di plastica gialla a forma di Winnie the Pooh non è la realtà.
“Ti ho preparato il caffè” e tu hai in mano una tazzina con disegnate le principesse Disney e stai al suo gioco, perchè lei ci vede davvero dentro il caffè. Lei crede davvero di averti preparato qualcosa, Lei vede cose che pian pianino non vedrà più.

Hanno il diritto di credere alla magia il più a lungo possibile, hanno in diritto di vivere con fate, folletti, principesse o amici immaginari. Hanno il diritto di prendere una federa del cuscino, appoggiarla sulla testa e dire che si stanno sposando. Hanno il diritto di fingere di guidare una macchina.

Quelle non sono enormi palle di gas. È il posto più sicuro a cui affidare desideri.
E se non sanno la composizione delle stelle, avranno tutto il tempo per impararla, mentre il tempo per credere che con una canzone la cameretta si riordini è poco.
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