Pagine

domenica 19 febbraio 2012

Milano. Odi et Amo

Il mio rapporto con Milano è sempre stato fatto di odio e amore.


Da piccola era la città sconosciuta e misteriosa che si portava via la mia mamma tutte le mattine, poi con il liceo è arrivata l'idea che quella città a 100Km da qui fosse la soluzione. "Là c'è tutto!".

Milano era l'aspirazione per uscire dalla dimensione ristretta della provincia.

Adoravo l'idea di andare a vivere in quella grande città per l'università. Elettrizzata da quella prospettiva.

Vivere lì mi è piaciuto tanto inizialmente. C'era sempre qualcosa da fare senza rischiare di ripetersi mai. Musei, negozi, manifestazioni, convegni, posti con cibi mai provati.

Gente nuova ogni giorno, mezzi pubblici. Come essere al centro del mondo. Settimana della moda, settimana del design, settimana del mobile. Pittori sui navigli. Mercato dei fiori. Fiera del libro usato. Esposizioni all'aria aperta. Attività organizzate in Parco Sempione. Persone sempre viste in tv come irraggiungibili, come se vivessero su un altro pianeta presentavano i loro libri o i loro cd nelle librerie davanti a persone che non erano affatto stupite come me nel vederle lì.

Dopo 2 anni e mezzo iniziavo a sentirmi persa in quella città. Troppo grande per me. Volevo tornare a casa. Casa mia, dove tutto è più piccolo, dove si fanno sempre le stesse cose, perchè non c'è molta varietà, dove si scivola facilmente in una rassicurante routine. Il sabato si  va sempre lì. A far la spesa si va sempre lì. Il martedì si va lì a prendere la pizza. Certo è sempre Paesuncolo: tu sei per come ti vedono gli altri, ma è comunque casa.

Così ho deciso di passare 3 ore al giorno in compagnia di Trenord, ma ogni sera calarmi di nuovo nei miei panni, che sono quelli in cui mi trovo meglio.


Questioni universitarie mi vogliono però quotidianamente a Milano in lotta perenne con ciò che amo e ciò che odio di questa città.




MilAMO

Piazza del Duomo alle 7 di mattina, il deserto e una luce opaca, diversa.
Le colonne di San Lorenzo la sera, piene di vita, piene di gente che ride sguaiatamente. Di gente felice che balla su una panchina. Amici seduti vicini che si raccontano la vita con in mano qualche bevanda colorata.La metropolitana. Io AMO follemente i viaggi in metropolitana. Muovermi velocemente tra le stazioni di scambio. Non c'è niente da fare, io adoro “il metrò”

Il parco di sant'Eustorgio. Ore passate a studiare lì. Un telo, un gelato e via.

La biblioteca dell'Università. Odora di libri vecchi. Banchi enormi di legno. Gente che studia, che fa il cruciverba o il sudoku su Leggo, che prova qualche approccio che regolarmente finisce con i vicini che all'unisono esclamano "SHHHHHHT".

Passare per via Solferino e immaginare il mondo che c'è lì dentro, che bello che dev'essere e dopo un sospiro virare per la mediateca di Santa Teresa e tornare a contatto con la mia piccola realtà.
Metro, Leggo, City &CO, fedeli compagni.
Le manifestazioni. Ci sono orde di manifestazioni. Manifestazioni di qualunque genere, a difesa di qualsiasi causa. Trovarsi in piazza del Duomo a cantare "Il cielo è sempre più blu" con centinaia di persone in un giorno di sciopero generale è un'esperienza da ripetere.
La focaccia allo stracchino vicino Lambrate, o le ciambelle in pieno american style di Arnold, o il brunch della domenica in porta ticinese, i beberoni alla frutta della signora brasiliana in Cantore, i cioccolatini di Corso Genova, la crostata alle fragole (sicuramente OGM) di Princi.
I palchi in piazza del Duomo. Perchè portano alla domanda "chi ci sarà stasera? va beh, passo così vedo"
Lo sconto studenti alle mostre.
L' Esselunga ovunque e le sue lasagne pronte. Le lasagne pronte più buone che ci siano!
I negozi impensabili. Negozio solo di palloncini, o solo di adesivi giganteschi per pareti, o solo di bottoni, o il sushi esclusivamente take away.
I tifosi del Bayern Monaco in trasferta che inneggiano canti improbabili con boccali di birra in mano.
I turisti che San Babila chiedono dov'è il Duomo.

MilODIO
L'odore di smog. Forte. Esagerato.
Non riuscire ad ottenere alcuna informazione stradale: “non sono di qui” è la parola d'ordine. Trovare un milanese a Milano pare sia un'impresa.
Il cielo. Di notte il cielo non è mai buio. Sempre tra il rosa e l'arancione.
Il caos che genera la pioggia o la neve. Bastano poche gocce ed è il finimondo per le strade e non. In caso di maltempo a Milano ci si sente in diritto di essere antipatici.
Il rumore. Non c'è mai silenzio. Macchine, ambulanze, botti, urla, televisioni troppo alte, etc.
Guardar fuori dalla finestra e incontrare un palazzo più alto di quello in cui sei. Non c'è orizzonte a Milano.
Le distanze. è tutto rigorosamente dalla parte opposta in cui ti trovi.
La stazione Centrale (solo un giorno l'ho amata tanto, più del dovuto)
Quello che le estetiste intendono per ceretta all'inguine (dopo una ricerca sul campo è accertato che è un problema delle estetiste di Milano)
La soggezione che mette la scalinata del Tribunale nonostante una fedina penale pulita





1 commento:

  1. Il rapporto con Milano è sempre così. Sempre. Però alla fine, se te ne andrai di lì, non ti dico quanto ti mancherà. Io la sogno ancora. Tutti i giorni.

    RispondiElimina

Lasciate un messaggio o voi che entrate

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...