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lunedì 27 maggio 2013

New York City Edition

Questo piccolo e poco pretenzioso spazio per qualche mese si trasformerà.
No, non diventerà spazio di discorsi più impegnati, stesse cose solo là.
Niente Paesuncolo, Bologna o Milano per tre mesi.
Niente Famiglia. Niente Indispensabili.
Niente routine estiva da bassa Padana.


Ancora devo realizzare, ancora la vedo una cosa lontana da me, ne parlo come se riguardasse qualcun altro.
Solo ogni tanto mi domando se non ho fatto il passo più lungo della gamba, ma non sono agitata, credo di non aver ancora interiorizzato la cosa dei 90 giorni via dalla mia solita vita.

Anche a valigia fatta la paura non c'è. Forma di autoconservazione del mio sistema nervoso? Credo di si.

Io ero quella che non dormiva prima delle gite del liceo, quella che si agita come un'anguilla nel letto la notte prima di ogni esame o comunque prima di qualunque cosa non sia routine.
Vivo peggio il fatto di non essere preoccupata che la partenza stessa.

Arriverà il momento in cui tutto diventerà chiaro e nitido, vero?
Sull'aereo? O quando io e la mia totale inesperienza al mondo varcheremo le soglie del JFK? O quando appena uscita da lì sarò facile preda di qualunque tipo di borseggiatore? O quando per prendere un biglietto dell'autobus mi accorgerò di non riuscire a comunicare con gli autoctoni?
Attendendo l'arrivo della consapevolezza penso a quello che vedrò là, nel centro del mondo.

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