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martedì 22 aprile 2014

The pen is on the table





Corso di inglese.

Ero in dubbio se farlo o no. L'idea di avere un quaderno, un libro, essere in una classe mi provoca orticaria, ma pare sia normale.
Poi è bastato: te le contiamo come ore di lavoro e se non fai inglese farai il prossimo corso che organizziamo, chissà cosa sarà.


Prima che sia un corso di cucito o di fisica quantistica (che poi non mi è ben chiaro nemmeno di cosa tratti la fisica quantistica)... No, la fisica quantistica non mi avrà mai, ricominciamo pure con l'inglese.

L'insegnante durante la prima lezione a turno ha chiesto ad ogni persona quanto capiamo di inglese, a che livello pensiamo di essere, se crediamo di riuscire a passare l'esame.

è arrivato anche il mio turno.
Sono subito stata cazziata* per un evidente accento americano.
Lei pensava di sgridarmi, io invece ero soddisfatta che la mia estate fosse lì con me, tangibile.
Mi ha chiesto se penso che potrei cavarmela a prendere i biglietti del treno.

E mi sono ricordata che il primo giorno là, ho pianto davanti ad un bigliettaio.
Un pianto isterico a Grand Central Station perchè dovevo prendere un biglietto

"ONE WAY TO POUGHKEEPSIE"

e il bigliettaio non capiva cosa volessi, ero in giro da 20 ore e tutto quello che sono riuscita a fare dopo che per la terza volta non mi ha capita è stato piangere.
Poi credo sia intervenuta qualche divinità pagana, ha intuito e anche chiamato un ragazzo perchè si accertasse che io, i miei due bagagli a mano, la mia valigia e la borsa del computer andassimo al binario giusto.
Che poi appena arrivata a Poughkeepsie il dramma doveva ancora cominciare, ma questa è un'altra storia.

"Yes, I am able to buy a train ticket or ask some information. No problem at all".

* su cazziata prima o poi dovrò aprire uno studio semantico. Italiano regionale o no?

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