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lunedì 29 agosto 2011

Una telefonata come tante

She: Come va?
Me: Benissimo. Tu?

She: ...
Me: Che c'è?
She: Tu non usi mai i superlativi. Va così male?
Me: Caz**

Come attrice faccio schifo, ma questo lo so da tempo. Lo so da quando a soli 5 anni mi sono rotta il braccio destro saltando sul letto nonostante rimproveri su rimproveri.
Caddi dal letto, tre fratture, ma non una lacrima. Mi misi nel mio lettino a soffrire in silenzio.
Mio fratello, quattro anni in più di me, andò subito dalla mamma: "credo sia morta" (questa non l'ho mai capita, non poteva andare dalla genitrice raccontando l'avvenuto? Doveva necessariamente colorire il tutto con la sua speranza di tornare figlio unico?).
- Ti fa male?
- NO!
Nonostante l'ora tarda e il mio diniego andammo subito al pronto soccorso.
L'immagine del braccio gonfio e livido non l'ho in mente, ma ricordo benissimo la sala gessi e il suo odore.
Il medico mentre mi tirava il braccio con prese degne di karate kid, mi ha detto "so che ti fa male, puoi piangere" e da quel momento più nessuno è riuscito a farmi smettere.



Appurato che mento malissimo ho affinato una nuova tecnica: non dire.
Ammetto che si potrebbero riscontrare parecchie difficoltà con questa tecnica, ma una persona dovrà pur escogitare un modo per vivere senza doversi continuamente sentire in terapia.

Quindi da oggi poi si cambia. Quando She chiamerà la conversazione si svolgerà più o meno così.
- Come va?
- Tu?

Detto ciò devo ora togliere la voce "attrice" dalla lista dei miei papabili lavori futuri.
Attrice,biologa marina alle Hawaii, chirurgo, principessa, presidente degli USA, astronauta, paracadutista, alpina, pasticcera, groupie, wedding planner (solo ed esclusivamente in compagnia di Enzo Miccio), presidente di una qualsiasi griffe di lusso, rock star, operaia in catena di montaggio in una fabbrica Haribo, truccatrice dei Kiss, agente sotto copertura della CIA, first lady, guardiana della barriera corallina
, discografica, moglie di un qualsiasi magnate americano, giornalista che di lavoro va a vedere i film gratis e li stronca. (lista in continua evoluzione).

lunedì 22 agosto 2011

Il coraggio di essere un ornitorinco



" Ho la bocca da papera, un corpo da lontra, una coda da castoro, sono un mammifero, ma depongo le uova, vivo nell'acqua, ma bagnato sono davvero bruttarello, il mio nome vuol dire muso d'uccello,ho una folta pelliccia, ma i miei piedi sono palmati.
Sembro buffo, tenero e carino, ma sono velenoso. Ho un veleno nelle zampe chepuò uccidere, si uccidere.
Mi prenderete ancora in giro?"


Credo che nel remoto e ipotetico caso in cui io debba mai scrivere un libro lo intitolerei proprio come questo post.

giovedì 18 agosto 2011

Siamo come il sole a mezzogiorno



Non mi è più concesso delegarti i miei casini, mi butto dentro vada come vada

lunedì 15 agosto 2011

Agosto...col bene che ti voglio

Ferragosto. Festa che non ha una collocazione precisa nella mia personale  classifica delle feste.

Natale è Natale. Natale non ha rivali. Sebbene qui la religione non sia di casa, è la festa del “tutti insieme”.
È la festa per antonomasia. È il clima che adoro del Natale. Non sproloquierò a riguardo, questo me lo tengo per il 24 dicembre. 

Pasqua. Da piccola ero molto più attenta alle feste, adesso proprio no. Per lo più sono occasioni per staccare dalla quotidinità, per vedere se è fattibile una settimana da qualche parte. 
Pasqua era la fine dei miei fioretti. Un anno avevo promesso che per 40 giorni non avrei mangiato cioccolato (ad esclusione del Nesquik nel latte, anche se quello non so cosa abbia a che vedere con il cioccolato) e non avrei bevuto bibite gasate. Sembrava più una dieta che un fioretto, ma per una bambina di 9 anni (o forse 8, non mi ricordo) era un impegno 
non da poco. Portai a termine il mio fioretto, con sorpresa di tutti e con una forza d'animo che mi invidio.
Adesso 40 giorni senza ingurgitare cioccolato in qualsiasi sua declinazione mi mettono un po' di timore.

Lasciamo stare il primo novembre. Un incubo nella mia memoria di bambina, quando venivo trascinata dalla nonna e sua sorella al cimitero a visitare tombe di chiunque avessero anche solo incontrato una volta. 
A onor del vero devo ammettere che al ritorno mi compravano sempre i ferri vecchi (dato che non so se sia un'usanza nazionale o solo locale, esplico. Qui in bassa lombarda, o forse solo qui nel Paesuncolo, per l'1 e il 2 novembre, le pasticcerie fanno dei cioccolatini a forma di martello, cacciavite, chiave inglese. Non so il perchè, ma so che si trovano solo in quei giorni)

L'ultimo dell'anno, è tra le feste che più odio. Anzi forse quella che odio di più. 
Troppe aspettative, troppi buoni propositi inutili, divertimento forzato. Troppo. Troppo.
Sarà che da piccola, passavo il Natale con la mamma e il 31 dicembre con il babbo e dopo aver visto un cartone, aspettavamo il count down sul divano guardando contenitori televisivi della domenica messi in lustrini per l'occasione e si brindava a suon di CocaCola in bicchieri slavati della Nutella. Che immagine orribile. Se non sono una fan del 31 dicembre, mi si perdonerà.

Che dire del carnevale? Se non fosse per le chiacchere, le frittelle e il fatto che a Milano grazie al carnevale ambrosiano si sta a casa una intera settimana, me ne dimenticherei, ma da piccola mi preparavo con mesi di anticipo.
La mia Mami non mi comprava i vestiti, me li ha sempre fatti lei e dei vestiti 
fantasmagorici, niente cose scrause.
Io ero mooooolto poco femminile, quindi tra i vecchi travestimenti non si annoverano principesse o zarine. Batman, Michelangelo delle Tartarughe ninja, pagliaccio, Gosthbuster e solo in quinta elementare ho venduto l'anima al diavolo e ho ceduto in favore di una alquanto banale fata turchina.

Il giorno del mio compleanno. Eh beh! Tra i giorni di festa io lo metto. Sono sempre alquanto esaltata e mia mamma ogni anno fa qualcosa per renderlo speciale.
Il mio malsano egocentrismo rende il 14 maggio una delle feste più belle dell'anno.

Si può non mettere il 13 dicembre? “Santa Lu...Santa Lu...Santa Lu Lucia, vieni qui, fermati qui, vieni a casa mia
Tutto il mio anno girava attorno al 13 dicembre e mia mamma e le sue poco credibili minacce me lo ricordavano ancor di più.
Santa Lucia ti vede e non ti porta i giochi se continui a fare arrabbiare”, 
se non mangi Santa Lucia non passa quest'anno”, “Se non fai i compiti guarda che lo dico a Santa Lucia”.
Era una minaccia tutto l'anno, ma Santa Lucia è passata ogni anno.
La storia che ci veniva raccontata era di questa ragazza promessa sposa che dopo la guarigione della madre da una malattia molto penosa, si fece devota al Signore. 
Il futuro marito, la fa convocare davanti ad un tribunale e lì lei viene condannata. 
Le vengono strappati gli occhi e poi viene decapitata.
Ai bambini si dice che se la notte dell'arrivo di Santa Lucia si alzano per cercare di vederla,lei tirerà negli occhi del malcapitato della cenere e il bambino rimarrà cieco. Non mi sembra una gran storia da raccontare ai pargoli, più felice la storia di quel bonaccione grassoccio agghindato di rosso che intrattiene rapporti non chiari con la befana.
Comunque Santa Lucia era miracolosa. Arrivava a portarmi i regali a casa e anche a scuola. 
Sul banco avevamo avuto un anno i colori a tempera, un altro un libro (gli altri non me li ricordo),sempre una vagonata di caramelle e la mensa per quel giorno speciale non ci dava il solito frutto a metà mattina, ma lo yogurt. 
Adesso in ricordo dei tempi che furono ho fatto un patto con Santa Lucia. 
Giusto per ricordare la sua presenza, il 13 mattina sul tavolo trovo sempre dei dolci.

Ferragosto...
Da quando avevo 5 anni fino ai 18 l'estate l'ho sempre passata ai lidi di Comacchio. 
Tra Lido degli Estensi e Lido di Spina.
Non passavo una settimana là, ma 3 mesi abbondanti. Avevamo (pardon abbiamo ancora) una roulotte e la portavamo in campeggio ad aprile e rimaneva là fino a settembre. 
Con mia nonna, mio fratello e mia cugina rimanevamo là e nei week end qualche genitore veniva a trovarci.
Quindi diciamo che buona parte dei miei Ferragosti li ho passati in campeggio e là la tradizione voleva che si facessero tavolate lunghisssssssime con tutti i vicini, grigliate, si gonfiassero palloncini, accendessero lucine, si cantasse, ballasse e si facesse la giusta dose di casino. 
Poi il pomeriggio era il momento dei gavettoni e la sera in spiaggia a piedi nudi. 
Da quando non andiamo più al “mio mare” (alla domanda “dove vai d'estate” la risposta che davo era “al mio mare”, poco possessiva la ragazza) il Ferragosto non è più il momento tanto atteso, quello per cui ci si prepara con una settimana di anticipo, quello per cui si va a Porto Garibaldi a prendere il pesce fresco, ma un giorno di normale e calda amministrazione estiva.

Oggi per la valle del Maira.

giovedì 11 agosto 2011

La vita non è un telefilm. Se lo ripeto in continuazione, forse me ne convinco.


Driiiiiiiin
- Pronto? Pronto? Pronto?
- Mamma,chi era?
- Non lo so. Credo sia caduta la linea.

Driiiiiiin
- Pronto?

- Mamma e adesso chi era?
- Mi sa lo stesso di prima. Credo cada la linea.
- No. Ho capito. Sono dei ladri. Vogliono capire quante persone ci sono in casa. Se richiama
rispondi con voce maschile. Io preparo il manico della scopa, tu nascondi i coltelli. Li sconfiggeremo.
- …

Driiiiiin
- Mamma ricordati di fare la voce grossa
- Pronto? (non alterando minimamente la voce)
- Chel telefono chi el funsiuna mia - una voce dal cordless
- è la nonna, rimetti in ordine coltelli e scopa. E per l'amor del cielo guarda meno telefilm.

È vero spesso penso di essere perseguitata dall'SD6 o quando ricevo un messaggio da un numero che non conosco temo sia firmato “-A”. Nei banchetti di cianfrusaglie o di antiquariato credo sempre di essere vicina a Melinda Gordon, mi spiego i momenti di déjà vu come se fossi una sorella Halliwell, bastano strane impronte a volermi far invocare a gran voce “Max Evans, dove sei”. Vedo un'ambulanza e immagino già il Dottor Ross e il Dottor Benton che all'unisono esclamano “1...2...3...LIBERA”.
Ho preso l'ascensore in ospedale e mi sono fatta film su cosa non abbiano mai visto quelle 
quattro pareti metalliche: la fine di un amore, una proposta di matrimonio, la scoperta 
di una sorella. Invidio quelli che fanno giurisprudenza, ma tendo a dimenticare che 
avvocato non è sinonimo di AllyMcBeal. 
Diagnostico la Sindrome di Münchhausen a chiunque si lamenti in continuazione di qualche 
dolorino, conosco nomi come Vicodin, Fluoxetina. So cos'è una tracheotomia, vivo nella 
convinzione che sia possibile praticarla con una penna a sfera e che sia pratica abituale. 
E ancora...ancora...ancora...
Un doveroso ringraziamento va ora al blocco di Megavideo dopo 72 minuti, grazie al quale 
riesco a mantenere una vita al di fuori della CW e della ABC.

lunedì 8 agosto 2011

Ma io che ne so?

E la domanda che riecheggia da giorni
“Che intenzioni hai per il futuro?”
Ma io che ne so?
Che ne so cosa voglio fare tra...beh, si parla di...1 mese.
Ne ho avuto tanto di tempo per pensare, ma io stoica nel mio non espormi troppo, non ho ancora deciso nulla.

Mettendo sul tavolo le opzioni, abbiamo:
1- “Si conviene che dopo una triennale ne segua la magistrale”. Ok. Ci può stare, ma COSA? Ho fatto lettere, la facoltà che fanno un miliardo di persone, la facoltà degli indecisi, la facoltà di chi ha grandi sogni e niente di concreto, la facoltà che “ricordati, non ti darà mai da mangiare”.
Qualsiasi magistrale io faccia prevede esami su esami di recupero. Perchè nel mio pasticciato piano di studi nulla pare essere inerente a una qualsiasi magistrale estratta a caso da me.
Per ora sul piatto delle lauree magistrali offerte dalla mia cara UniMi il y a: Cultura e 
storia del sistema editoriale (cioè quella che si fa quando non si riesce ad entrare a 
Giornalismo e dato che a Giornalismo ne prendono 20 ogni due anni, credo sia una facoltà 
affollata)
Scienze Cognitive e processi decisionali. Parliamone pure. Interfacoltà tra Lettere e 
Medicina. Ripeto interfacoltà tra Lettere e Medicina. Io credo di averla messa nel calderone
solo perchè ho visto Medicina. Il mio gran coraggio non mi ha nemmeno concesso di 
sognare riguardo a Medicina finito il Liceo.
Non so che piano di studi abbia, non so cosa prevede, ma ha un gran bel nome. Poi quel 
Processi decisionali sarebbe utile in momenti come questo. 
Lingue e culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale. Interfacoltà tra 
Lettere e Scienze Politiche. A me cooperazione internazionale, mi fa già salire le 
palpitazioni. Mi vedo già vicino ad Obama, oppure a dirigere un incontro della FAO.
Ho visto anche Biologia Marina,ma se non voglio buttare questi 3 anni e far venire un 
colpo alla mia genitrice, è meglio evitare, anche se l'immagine di me alle Hawaii a curare 
i delfini è fantastica, nella mia mente.

2- Altra opzione. Continuare a lavorare, quando poi ho deciso cosa fare, iniziare la magistrale. In tanti sostengono che se smetto di studiare non ricomincio più.

3- Ultima opzione. Che sarebbe quella per cui tendo maggiormente. Finisco gli esami a ottobre. Decido il titolo della tesi e possibilmente prima trovo un relatore e poi in Inghilterra, tornerei a discuterla e poi ancora lassù per un anno. Al ritorno, con una conoscenza dell'inglese discreta potrei barcamenarmi, come i grandi capi desiderano in una laurea magistrale.

Ora bisogna solo discutere con i finanziatori dei miei progetti e vedere cosa ne pensano.

Certo, quelle antipatiche delle mie amiche dall'alto delle loro decisioni già prese non sono molto d'aiuto. Una andrà in Germania, le altre due si sono già iscritte a una magistrale e l'altra, beh, l'altra si sposa.

Che ne sarà di me? Lo scopriremo solo vivendo, comunque adesso ho un po' paura.


sabato 6 agosto 2011

Ma troverò l'uomo della mia vita?

Studio sociologico PERFETTO

S: Allora ci sono 6.700.000.000 miliardi di persone al mondo.
K: Togli 3 miliardi e mezzo di donne, arriviamo a 3.200.000.000 di uomini al mondo.
G:Togli i preti. Togli i monaci. Togli gli eremiti. Togli i gay. Togli i transessuali. Togli quelli che sono gay e non lo sanno (perchè sono certa che lo scoprirebbero proprio quando mi ci metto insieme), arriviamo a dimezzare e arriviamo a 1.600.000.000 uomini potenzialmente interessati a me.
M:Adesso dividiamo in fasce d'età. Ne facciamo 5. 0-20, 20-40, 40-60, 60-80, 80-100. Diciamo che aspiro solo alla fascia d'età 20-40. Arriviamo a 320.000.000.
K:Adesso togliamo i criminali, i mafiosi e i terroristi.
G:Togliamo quelli sposati perchè sai: “non fare alle altre quello che non vuoi sia fatto a te” (e qui ci giochiamo Argentero)
M: Togliamo quelli che non credono nella parità dei sessi e vogliono una geisha o una moglie da coprire o una moglie da esporre solo come trofeo.
S: Togli i cannibali.
M: Togli gli eschimesi, non per razzismo, ma io non andrei mai in giro trainata da una slitta a mangiare foche coperta da una pelliccia. Adesso togli quelli che pensano che Italia sia uguale a “PizzaMafiaMandolino”.
S: Bene, arriviamo più o meno a 100.000.000 uomini in tutto il mondo liberi da vincoli religiosi, matrimoniali, penali o con abitudini bizzarre.
G: Prossimo passo. Togli gli antipatici, i mammoni, i nerd, i traditori, i narcisi, gli sboroni, quelli che fissano le tette, quelli che votano "quello là", i sociopatici, gli ipocondriaci, gli analfabeti, gli imbranati, quelli che credono nell'unico dio PlayStation, i Casanova, i possessivi, i fan del Bunga Bunga.
K: Togli quelli che non vogliono una famiglia, i fanatici, quelli che si sentirebbero inferiori se io guadagnassi più di loro, quelli che odiano gli animali, quelli che tirano coca per fare i fighi, togli quelli che pensano che piangere non sia una cosa da uomini.
M:Togli quelli che fanno i pagliacci nei circhi, sono terrorizzata. Togli quelli che d'inverno scalano il K2 e d'estate risalgono il Niagara in kayak. Togli quelli che non hanno mai cucinato, lavato, stirato.
S: Togli quelli che di punto in bianco partono per l'altro capo del mondo. Ah,togli i commessi di Abercrombie, le quindicenni infoiate non sono un avversario semplice.

M: Frena. Siamo a 0.


M,K,S e G: Caz**!

La conclusione vien da sé: se Jonh Smith fosse reale...

mercoledì 3 agosto 2011

Max, ma che dici? Questione di interpretazione.

Quando ero alle elementari adoravo gli 883. Cantavo e ballavo ripetendo “nella notte, un ritmo che ti prende, nella notte”. Giocavo ad immaginarmi che Max Pezzali fosse mio fratello (il ruolo di marito era già occupato da Nick dei Backstreet Boys). Urlavo a squarciagola “Gli anni d'oro del grande Real. Gli anni di Happy Days e di Ralph Malph. Gli anni dei Roy Rogers come jeans” ignorando totalmente cosa fosse il Real, Happy Days, Ralph Malph, Roy Rogers, ma mi piaceva troppo (e come si può sentire, mi piace ancora)
 
  Parma, 31 ottobre 2008 <3

“Gli anni” fu anche il mio primo cd. “La dura legge del gol” ce l'avevo su cassetta. Una cassetta gialla, fantastica. 
Appena uscì “Io ci sarò” entrò subito in vetta alla mia personale classifica (in seconda posizione si trovava Elio con “La terra dei cachi” e a chiudere il podio Jovanotti “bella come una mattina d'acqua cristallina”).

L'amore per Max non è mai finito. Si sono aggiunti altri cantanti, ma il primo amore non si scorda mai e la cassetta “Jolly Blu” macinata e stramacinata nel mio registratore lo sa bene, così come lo sanno le lacrime versate per "Se tornerai" e il dire "vuoi la bicicletta e poi, pedalare ca*** tuoi" random.

Finita l'epoca 883 sono arrivati altri cd, tutti disposti in rigoroso ordine nella mia camera.
Grazie Mille (e il gioco della slot macchine)
1 in +
Il mondo insieme a te (credo che sia proprio la canzone che da il nome al cd ad avermi creato aspettative ALTISSSSSSIME verso il mondo maschile)
TuttoMax
Time Out
e adesso Terraferma.
Non dirò nulla sulla tenuta sanremese, perché anche se non lo conosco “io a Max ci voglio bene” 
3 maggio 2011 - Palabam di Mantova
Ora però qui urge un chiarimento.

“Questo cielo di pianura non è mai blu veramente, può essere più o meno grigio a volte azzurro chiaro, ma molto raramente, come l'anima di chi ci vive per sua scelta o suo malgrado, come l'ombra di un amore perso, ma mai veramente dimenticato”

Max, perché? Tu vieni da Pavia, non dalla Sardegna! Perché intristire così gli abitanti della valle del Po?


Condivido l'ammòre per Max con una delle mie migliori amiche e quando l'ho interpellata su questa frase,
lei è subito intervenuta con un'analisi linguistica/grammaticale che lasciava molto spazio alla fantasia, sostenendo che mettendo delle virgole al posto giusto, l'interpretazione è diversa. Bah!

Per la plebaglia come me invece trattasi di metafora con più termini di paragone. “La fragola è rossa come il pomodoro, come il sangue.” Sono d'accordo, non viviamo nell'angolo più bello d'Italia, ma siamo felici anche qui...(ogni tanto).
Max, nel prossimo cd chiedo una canzone-elogio per chi sopporta la nebbia, per chi è lontano sia dal mare che dalla montagna, per chi mette l'articolo davanti ai nomi propri, per chi toglie il piumino solo a marzo, per chi vede raramente il cielo azzurro.

martedì 2 agosto 2011

Rentrèe à la maison

E adesso inizia il bello...Si apre ora il periodo “su, decidi cosa vuoi fare da grande”.
Nemmeno il tempo di far sbiadire la tintarella, di far asciugare il salviettone steso che ecco che si
presenta QUEL varco. 
Non è un bivio, lì avrei solo il 50% di sbagliare, qui è una rotonda con 28 uscite e una sola certezza: prenderò l'uscita sbagliata! Perchè non posso fare l'alpina? Torno con la mente alla mia settimana passata, dove tutto sembrava potersi sistemare “più avanti”. La sera nessun magone pensando al futuro,solo sonno profondo sul dondolio delle onde. I miss you, Boat.
Guardando il mondo da un oblò
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