Tornate a casa. Tornate alla nostra
quotidianità dopo cinque giorni in cui le nostre vite lontane si
sono mescolate, confuse, legate e combinate violentemente. Un po' come la massa che popola il sabato di Portobello.
Tornate a casa dopo aver visto una città viva, carica e splendida.
Luci a non finire. Un trionfo che si accende appena cala la luce del giorno.
Tornate a casa avendo capito che nella vita c'è sempre un gap a cui prestare attenzione e quello scalino può essere un esame andato male, un fidanzato sbagliato, una fiducia regalata o un incauto acquisto.

Tornate a casa cariche di sensazioni, di odori, di sapori, di rumori nuovi.
E solo dopo aver assaggiato i cupcake di Hummingbird.
Tornate a casa con pesanti valigie, nuove consapevolezze, armadi arricchiti e ricordi speciali.
Tornate dopo aver capito che si può fare: affidarsi totalmente a qualcuno, lasciarsi guidare, scendere le scale del metrò e lasciarsi portare.
Tornate a casa e capire quanto è bello avere l'acqua CALDA (invenzione sempre troppo sottovalutata).
Tornate a casa sapendo che “chi trova un amico trova un tesoro” è solo un detto, noi abbiamo molto di più di un tesoro, abbiamo chi capisce, ascolta, consiglia, critica, ride.
Un tesoro tutte queste cose non le fa.
Tornate a casa con nuovi amori: cassieri di Top Shop, uomini ingiacchettati in metropolitana e un amore incontrastato per una popolazione che se ne frega di cosa tu abbia addosso.
Tornate a casa con un Oyster Card nella giacca, carica con ancora qualche sterlina. Teniamola, si sa mai. Teniamo anche quei penny sparsi nella borsetta, si sa mai.
Invidia...:)
RispondiEliminaufff, ho lasciato il commento con l'altro account!
RispondiEliminaSono io, eh, Straf! (e sono anche tanto imbranata...)