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giovedì 8 dicembre 2011

Prendi un 7 dicembre a Milano.


Lui chiede dove si potrebbe andare: è il 7 dicembre, “andiamo in centro”.

E ti capita di inciampare in ragazzi seduti per terra, ordinati e in silenzio con un libro in mano. Si può trasmettere la propria idea senza mettere a ferro e fuoco le città, questo il loro messaggio.

O ti ritrovi a dare indicazioni a tifosi del CSKA Mosca seduti sui gradini del Duomo che sono attoniti dalla frenesia della piazza.

Poi ti volti e vedi tanta gente con lo sguardo rivolto all'insù. “C'è Linus con Ligabue, non lo sapevate?”. No, noi due non lo sapevamo.

Per uscire dal caos, entriamo nella galleria. Ci fermiamo vicino alle transenne dei restauratori e guardiamo quello sfavillio di luci azzurre e blu e la gente che inizia a raggrupparsi davanti ad uno schermo. Arriviamo in Piazza della Scala. Qualsiasi corpo armato italiano, aveva almeno una decina di rappresentanti in quella Piazza transennata, inaccessibile.

Il marasma di gente ci ha trainati in via Dante. Siamo arrivati al castello sforzesco senza nemmeno essercene accorti. Qualsiasi espositore era pressoché inavvicinabile, da noi che aspettavamo il nostro turno, noi che chiedevamo permesso.

Lui mi stringe la mano, ma invano, perchè in quel caos ci continuiamo a perdere, ci incrociamo con gli occhi, poi qualcuno ti spinge, o ti pesta un piede e si ricomincia a cercarsi.
Per prendere fiato, ci infiliamo in via Rovello per trovare un po' di pace davanti al Piccolo.

Lui desiderava vedere il Don Giovanni sul maxi schermo, nonostante fossi esausta di tutta quella gente, sarei rimasta lì per accontentarlo, ma a Lui di Mozart pareva non importare più nulla.
- E se andassimo a casa?

Un sorriso, riprendere fiato e poi dritti verso il tram.

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