L'idea di te veloce com'è
arrivata se n'è già andata.
A settembre non sbarcherai urlante
in questa famiglia di matti, scalciando di qua e di là, non ci farai
entrare nel vortice dei tuoi bisogni, non entrerai di prepotenza
nelle nostre vite per cambiarle radicalmente.
Questa famiglia
sentimentalmente scomposta ti avrebbe riempito di amore fino a farti
scoppiare, sai.
Immaginarti mi faceva sorridere, pensare a che
carattere avresti avuto, a quando ti avrei retto il gioco e tu
avresti pensato "ho una zia grandiosa". Mi ero già affezionata a te, troppo presto. Pensavo a tutte le cose che ti
avrei insegnato e quante ne avrei imparate io da te.
Invece
adesso chissà su quale isola lontana sei. Ti stavamo per preparare un mondo e invece non ci sei più.
Avremmo ripreso le tue prime parole, i tuoi primi passi e
avremmo appeso i tuoi disegni sulle ante degli armadi facendoti credere che fossero capolavori, ti avremmo
amato tutti in modo viscerale.
Lei ti amava già. Era
terrorizzata, ma a vent'anni lo sarebbe chiunque.
"Cosa potrò
dargli? Non avrà un papà. Non ho un lavoro."
So che non ti
sei fatto spaventare da quelle frasi, erano le frasi di chi ha paura,
ma quando la paura è passata tu eri la ragione di tutti quei
cambiamenti che aveva in mente.
L'hanno chiamata gravidanza
ectopica per confonderci le idee, invece tu hai pensato che
non fosse il momento per venire al mondo, in questo mondo. Hai deciso
di darle il tempo che fin ora ha buttato. Hai rinunciato alla vita che avresti avuto per permetterle di riscoprire la sua, di sognare e rincorrere quei sogni.
Hai avuto il coraggio che Lei non aveva avuto.
Ora ovunque tu sia
stalle vicino, ne ha bisogno.
Ciao Ometto!
"Now there's a way and I know that I have to go away"