Lui
qualche volta mi ha regalato dei fiori. Una sera arrivò sotto alla
redazione con un mazzo di gerbere fucsia miste a sensi di colpa. A.
mi regalò una pianticella durante una passeggiata sulla fiera dei
fiori ai Navigli, esalò il suo ultimo respiro dopo una settimana, un
po' come il nostro rapporto singhiozzante. E. ai giardini in centro a
Paesuncolo raccolse una margherita, non riuscii proprio a fingere che
gradivo quel gesto, molto poco spontaneo, molto poco vero. P. il
mio primo e grande amore, mi fece un fiore con un pezzo di carta
colorata. L'ho tenuto per tantissimo tempo in un libro, ora ho perso le sue
tracce, chissà in quale libro era.
Il
fiore più bello che mi sia stato regalato non è arrivato da un
fidanzato, ma da uno sconosciuto. Il primo semestre del secondo
anno di università andavo a lezione, sul lunghissimo viale c'è un
chioschetto verde di fiori. Io come sempre cavalco sul mio passo
svelto e lo sguardo già proiettato al semaforo. Arrivo vicina al
chiosco e il fioraio, un uomo di colore sulla cinquantina, sta
sistemando i vasi e intanto guarda verso di me. Mi avvicino e il suo
sguardo è sempre fisso su di me.
Mi
fa un gran sorriso, prende un mazzettino di lavanda e si alza proprio
mentre sto passando.
-
La lavanda è per te, però prometti di finire il viale con un bel
sorriso.
A volte basta davvero poco per rendere migliori certe giornate.
A volte basta davvero poco per rendere migliori certe giornate.
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