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giovedì 26 gennaio 2012

...


L'idea di te veloce com'è arrivata se n'è già andata.
A settembre non sbarcherai urlante in questa famiglia di matti, scalciando di qua e di là, non ci farai entrare nel vortice dei tuoi bisogni, non entrerai di prepotenza nelle nostre vite per cambiarle radicalmente.
Questa famiglia sentimentalmente scomposta ti avrebbe riempito di amore fino a farti scoppiare, sai.
Immaginarti mi faceva sorridere, pensare a che carattere avresti avuto, a quando ti avrei retto il gioco e tu avresti pensato "ho una zia grandiosa". Mi ero già affezionata a te, troppo presto. Pensavo a tutte le cose che ti avrei insegnato e quante ne avrei imparate io da te.

Invece adesso chissà su quale isola lontana sei. Ti stavamo per preparare un mondo e invece non ci sei più.
Avremmo ripreso le tue prime parole, i tuoi primi passi e avremmo appeso i tuoi disegni sulle ante degli armadi facendoti credere che fossero capolavori, ti avremmo amato tutti in modo viscerale.

Lei ti amava già. Era terrorizzata, ma a vent'anni lo sarebbe chiunque.
"Cosa potrò dargli? Non avrà un papà. Non ho un lavoro."
So che non ti sei fatto spaventare da quelle frasi, erano le frasi di chi ha paura, ma quando la paura è passata tu eri la ragione di tutti quei cambiamenti che aveva in mente.

L'hanno chiamata gravidanza ectopica per confonderci le idee, invece tu hai pensato che non fosse il momento per venire al mondo, in questo mondo. Hai deciso di darle il tempo che fin ora ha buttato. Hai rinunciato alla vita che avresti avuto per permetterle di riscoprire la sua, di sognare e rincorrere quei sogni.
Hai avuto il coraggio che Lei non aveva avuto.
Ora ovunque tu sia stalle vicino, ne ha bisogno.

Ciao Ometto!


"Now there's a way and I know that I have to go away"

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