Da quando ero una
nanetta alta un metro o giù di lì ho iniziato ad andare in campeggio con nonna.
La poveretta restava
tre lunghissimi mesi con tre teppistelli in Romagna.
Un week end veniva
mamma, un week end veniva papà, uno lo zio, uno la zia.
E ovvio il sabato
era atteso con ansia, trepidazione. Andiamo alla sbarra? Possiamo andare ad aspettare alla sbarra? Stiamo lì fermissime, promesso. Non
superiamo la sbarra e ogni tanto veniamo a dirtelo.
E quando quel qualcuno
arrivava era festa. Arrivava con la spesa per la settimana, arrivava con
qualche gioco nuovo, rigorosamente uno per uno e solitamente lo stesso ma in
colore diverso per me e G.
Quando arrivava Papi
ero su di giri perchè significava che ci avrebbe portato in giro con il gommone
e avrei indossato quel bellissimo giubbottino arancione con il fischietto
attaccato.
Quando arrivava
Mater voleva dire che i nostri ristretti confini (in spiaggia a destra non superare il palo
del bagno 37, a sinistra non superare il palo del bagno 35. In acqua solo tre
ore dopo i pasti e solo a compiti fatti. In campeggio non si superava la
montagnetta, in spiaggia senza un adulto…vade retro. In bicletta per il
campeggio si, ma passare di tanto in tanto a dire nonna siamo vive)
Quei limiti con
Mater sconfinavano un po', ecco, tranne i compiti, quelli anzi erano doppia o
tripla razione, perchè potevamo fregare la nonna, ma Mater non la si fregava.
Con Mater la domenica si andava in giro e soprattutto una volta a stagione ci
portava a Mirabilandia. E Mirabilandia era una di quelle uscite da non farti dormire la sera prima per l'eccitazione e l'agitazione.
Quando arrivava zio era
come se arrivasse un nostro pari, ci teneva in spiaggia non fino le canoniche
5.30, ma a oltranza, facendoci tornar su dopo le 7 con la povera nonna che
avrebbe voluto ucciderlo. Lui non ci metteva la crema solare, non ci stressava con metti
il cappello in testa, non ci contava le tre ore per il bagno, se non mangiavamo
a pranzo, ma dopo un’ora volevamo il gelato non ne faceva un caso di stato e
soprattutto ci portava a quegli scivoli ritenuti pericolosissimi da nonna. E
quanto ce la tiravamo quando tornavamo in campeggio siamo andati agli scivoli
d’acqua del bagno 1 e la cosa ci faceva sentire alquanto fichi all’interno del
gruppo.
Quando arrivava zia
per lo più non cambiava nulla, aspettavamo con ancor più ansia il week end
successivo.
Ma dal lunedì al
venerdì il momento più atteso dopo la baby dance e il mini club era solo uno:
la cabina telefonica.
Quella povera
disgraziata della nostra custode dopo averci fatto far la doccia, asciugato i
capelli, cenato e fatto scegliere con la giusta dovizia per i dettagli cosa avremmo indossato per l’evento mondano
che ci attendeva ci portava alle cabine telefoniche per chiamare a
turno un genitore. Le liti, le corse e quant’altro, tutto non per sentire il
malcapitato dall’altro capo del telefono, ma solo per mettere nel cabina i
gettoni o la schedina. Appena si pronunciava la magica parola cabina, c’era la
corsa sfrenata, che per lo più finiva con noi che dopo esserci accapigliati,
uccisi e il più delle volte sbucciati qualche ginocchio arrivavamo e ci
dovevamo mettere in fila. Le file per le cabine telefoniche erano l’incognita più
incognita del mondo.
Al supermercato lo
vedi dal carrello. Aspetterò 10 minuti o aspetterò un’ora? In cabina telefonica
come lo si sapeva? Che ne sapevamo noi se quello davanti doveva dire un ciao,
sono vivo o era una ragazza che non sentiva il fidanzato da una settimana e
doveva raccontare tutto, tra cui i tradimenti consumati con gli animatori?
Noi non eravamo propriamente svegli, da metterci in tre file diverse e
attendere, ma eravamo talmente rompicoglioni che qualcuno mosso da pietà ci
faceva anche passare per poi pentirsi quando entravamo in cabina e si litigava.
Io faccio il numero
e tu parli
Tu fai il prefisso,
tu il numero e tu rispondi.
No, ha risposto ieri
Allora rispondi tu
E io? Perchè io non
rispondo mai
Rispondi domani
No
E poi una volta
decisi i ruoli la frase era sempre quella e quella è stata quella per anni e
anni, finchè non è arrivato il cellulare.
ciao, noi stiamo
bene. Stamattina siamo andati al mini club in piscina, poi abbiamo mangiato,
poi abbiamo fatto i compiti, poi siamo andati al miniclub in spiaggia e abbiamo
fatto il bagno, poi abbiamo fatto i balletti, poi abbiamo fatto la doccia, poi
abbiamo mangiato e adesso ciao che è tardi e noi dobbiamo andare a fare la baby
dance e no, non facciamo arrabbiare la nonna. Ciao.
Nonna, adesso
andiamo?