Pagine

giovedì 10 ottobre 2013

La cabina

Da quando ero una nanetta alta un metro o giù di lì ho iniziato ad andare in campeggio con nonna.
La poveretta restava tre lunghissimi mesi con tre teppistelli in Romagna.
Un week end veniva mamma, un week end veniva papà, uno lo zio, uno la zia.
E ovvio il sabato era atteso con ansia, trepidazione. Andiamo alla sbarra? Possiamo andare ad aspettare alla sbarra? Stiamo lì fermissime, promesso. Non superiamo la sbarra e ogni tanto veniamo a dirtelo.
E quando quel qualcuno arrivava era festa. Arrivava con la spesa per la settimana, arrivava con qualche gioco nuovo, rigorosamente uno per uno e solitamente lo stesso ma in colore diverso per me e G.
Quando arrivava Papi ero su di giri perchè significava che ci avrebbe portato in giro con il gommone e avrei indossato quel bellissimo giubbottino arancione con il fischietto attaccato.
Quando arrivava Mater voleva dire che i nostri ristretti confini (in spiaggia a destra non superare il palo del bagno 37, a sinistra non superare il palo del bagno 35. In acqua solo tre ore dopo i pasti e solo a compiti fatti. In campeggio non si superava la montagnetta, in spiaggia senza un adulto…vade retro. In bicletta per il campeggio si, ma passare di tanto in tanto a dire nonna siamo vive)
Quei limiti con Mater sconfinavano un po', ecco, tranne i compiti, quelli anzi erano doppia o tripla razione, perchè potevamo fregare la nonna, ma Mater non la si fregava. Con Mater la domenica si andava in giro e soprattutto una volta a stagione ci portava a Mirabilandia. E Mirabilandia era una di quelle uscite da non farti dormire la sera prima per l'eccitazione e l'agitazione.
Quando arrivava zio era come se arrivasse un nostro pari, ci teneva in spiaggia non fino le canoniche 5.30, ma a oltranza, facendoci tornar su dopo le 7 con la povera nonna che avrebbe voluto ucciderlo. Lui non ci metteva la crema solare, non ci stressava con metti il cappello in testa, non ci contava le tre ore per il bagno, se non mangiavamo a pranzo, ma dopo un’ora volevamo il gelato non ne faceva un caso di stato e soprattutto ci portava a quegli scivoli ritenuti pericolosissimi da nonna. E quanto ce la tiravamo quando tornavamo in campeggio siamo andati agli scivoli d’acqua del bagno 1 e la cosa ci faceva sentire alquanto fichi all’interno del gruppo.
Quando arrivava zia per lo più non cambiava nulla, aspettavamo con ancor più ansia il week end successivo.

Ma dal lunedì al venerdì il momento più atteso dopo la baby dance e il mini club era solo uno: la cabina telefonica.
Quella povera disgraziata della nostra custode dopo averci fatto far la doccia, asciugato i capelli, cenato e fatto scegliere con la giusta dovizia per i dettagli cosa avremmo indossato per l’evento mondano che ci attendeva ci portava alle cabine telefoniche per chiamare a turno un genitore. Le liti, le corse e quant’altro, tutto non per sentire il malcapitato dall’altro capo del telefono, ma solo per mettere nel cabina i gettoni o la schedina. Appena si pronunciava la magica parola cabina, c’era la corsa sfrenata, che per lo più finiva con noi che dopo esserci accapigliati, uccisi e il più delle volte sbucciati qualche ginocchio arrivavamo e ci dovevamo mettere in fila. Le file per le cabine telefoniche erano l’incognita più incognita del mondo.
Al supermercato lo vedi dal carrello. Aspetterò 10 minuti o aspetterò un’ora? In cabina telefonica come lo si sapeva? Che ne sapevamo noi se quello davanti doveva dire un ciao, sono vivo o era una ragazza che non sentiva il fidanzato da una settimana e doveva raccontare tutto, tra cui i tradimenti consumati con gli animatori?
Noi non eravamo propriamente svegli, da metterci in tre file diverse e attendere, ma eravamo talmente rompicoglioni che qualcuno mosso da pietà ci faceva anche passare per poi pentirsi quando entravamo in cabina e si litigava.
Io faccio il numero e tu parli
Tu fai il prefisso, tu il numero e tu rispondi.
No, ha risposto ieri
Allora rispondi tu
E io? Perchè io non rispondo mai
Rispondi domani
No
E poi una volta decisi i ruoli la frase era sempre quella e quella è stata quella per anni e anni, finchè non è arrivato il cellulare.
ciao, noi stiamo bene. Stamattina siamo andati al mini club in piscina, poi abbiamo mangiato, poi abbiamo fatto i compiti, poi siamo andati al miniclub in spiaggia e abbiamo fatto il bagno, poi abbiamo fatto i balletti, poi abbiamo fatto la doccia, poi abbiamo mangiato e adesso ciao che è tardi e noi dobbiamo andare a fare la baby dance e no, non facciamo arrabbiare la nonna. Ciao.


Nonna, adesso andiamo?

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un messaggio o voi che entrate

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...