Pagine

domenica 28 settembre 2014

Ansia

Io da che ho memoria soffro di continue e inutili ansie.
Mi ricordo fin da piccola il cuore che accelerava il suo battito ogni volta che in macchina arrivavamo a svoltare l'ultimo angolo prima di arrivare alla pista di allenamento. Non c'era un vero motivo, ma sentivo il cuore in gola e già pensavo alla prima frase da dire, così l'avrei detta bene e non veloce come al mio solito, rischiando di inciampare su qualche d o saltando qualche parola. Mentre la nonna era al volante io preparavo la mia frase, la ripetevo nella testa e lì, nella mia zucca veniva benissimo. La ripetevo nuovamente quando scesa dalla macchina aprivo il bagagliaio per prendere la borsa e poi con il cuore che continuava costantemente ad aumentare il suo ritmo, dicevo il mio ciao, ma qualcosa non andava mai come previsto.

Io soffro di ansia quotidianamente.
Non so mai quale sarà quel dettaglio che farà iniziare le gambe a sentirsi deboli, lo stomaco che si stringe quasi a spremersi, le voci che iniziano a mescolarsi, la tachicardia, i dolori al petto e poi la pressione in caduta libera. Il respiro che si fa corto, la sensazione di avere una cintura intorno al petto che si stringe sempre di più.

Il problema è che le cose più semplici a volte diventano ostacoli insormontabili.

Mi sveglio la mattina con i denti serrati, li stringo come se non volessi mollare quella preda che è l'ansia, me la tengo lì e spesso passano più di dieci minuti prima che mi accorga di mollare la presa sui denti. Idem con le spalle e tutti i muscoli, sempre molto rigida, abituata a tenere tutti i muscoli in tensione, dimenticandomi di scioglierli anche a letto.

Non importa che io abbia una routine, c'è sempre qualcosa che mi provoca ansia.

Non sono mai tranquilla, c'è sempre qualcosa: il lavoro che non mi piace, la paura di non trovarne un altro, l'ansia dell'università, il timore di essere un enorme fardello sulle spalle dei miei genitori, la sensazione di essere costantemente giudicata dal mondo, 
L'angoscia è perenne, costante, così in ufficio come a casa, là a mangiarmi lo stomaco.
Tutto è fonte di ansie, basta davvero poco e inizio ad agitarmi, a prevedere gli scenari più apocalittici.

Spesso mi nego le cose. Mater pensa che io lo faccia per pigrizia, spesso invece è perchè mi agita tutto. Mi agita andare in un posto nuovo, conoscere persone nuove.
Ed è sempre così: inizierò a parlar veloce, mangiarmi le parole per poi sfociare in quel senso di inadeguatezza che fa da anticamera al fiato corto e  al peso sul petto.

I cinque anni di liceo sono stati insopportabili, entravo e quello scalone di marmo bianco mi gelava il sangue. Non ricordo una singola mattina, anche se c'era l'assemblea d'istituto, in cui non sentissi premere un peso sul petto che mi schiacciava fino a farmi star male, sentivo lo stomaco irrigidirsi e maledire la colazione trangugiata di tutta fretta.

Data la maturità sembrava essersi un po' placata, per tornare facendosi largo a spallate adesso. Adesso no, non è il momento.
Ogni giorno sta diventando una guerra con me stessa e questa guerra si porta dietro stanchezza e incapacità di concentrazione.

Non riesco a concentrarmi su nulla, nemmeno su cose che prima per me erano semplici. Non ho mai faticato a concentrarmi su un libro, adesso trovo difficile anche solo concentrarmi su un film.
Vorrei solo che quello che leggo mi rimanga in testa, che stia lì e non se ne vada per altri lidi.
Adesso non sono più capace di studiare, sono subito preda dell'ansia che si materializza con un groppo allo stomaco che accorcia il respiro.

Non è una cosa di cui parlo con gli altri, nemmeno con Mater. Non mi piace far sapere di non avere il totale controllo sul mio corpo. Non voglio dirlo, non voglio che nessuno pensi che ho qualcosa che non va a livello di testa. Perchè sta tutto lì, no?
È lì che devo far calmare le cose, è lì che ci sono i problemi.

Domani devo andare a spiattellare la mia vita ad uno sconosciuto.
Devo andare a dirgli che non funziono più, che non so dove trovare l'entusiasmo per finire l'università, che odio quel lavoro, perchè sento che mi spegne ogni giorno, che detesto l'idea che le persone possano pensare che non valgo niente.

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un messaggio o voi che entrate

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...