La domanda sovrana di questa domenica è stata "ti ricordi dov'eri l' 11 settembre?"
Io mi ricordo dov'ero. Certo che me lo ricordo. Avevo 12 anni, me lo ricordo bene, ma sapevo cosa fosse Al Queida? no. Sapevo chi fosse Bin Laden? no. Non ne avevo idea.
In quei giorni ricominciavo la scuola. Mi ricordo il minuto di silenzio durante l'ora di matematica e la professoressa di storia che giocava al rimbalzo con quella di italiano per decidere chi delle due dovesse perdere ore preziose e farsi carico di spiegarci cosa fosse successo. Risolvettero facendoci leggere in classe "Il Corriere della Sera". Mi ricordo la discussione tra dirigente scolastico - professori - rappresentanti dei genitori sull'annosa questione se fosse giusto riproporre le immagini in aula e se convenisse o no riunirci in palestra per vedere i funerali. Queste cose me le ricordo tutte, ma non mi ricordo nessuno che ci abbia spiegato davvero cosa stesse accadendo nel mondo. Io e i miei 12 anni sapevamo che due aerei si erano scontrati contro due grattacieli in quel posto lontano che era New York. Poi no, capisco dai telegiornali che era un attentato, che gli aerei sono stati dirottati. Ma da chi? Chi potrebbe mai volere una cosa simile?
I giorni successivi, le immagini dei telegiornali erano agghiaccianti uno dei video più frequenti inquadrava delle persone che dagli ultimi piani delle torri cercavano la fuga gettandosi nel vuoto. Quelle immagini me le ricordo, eccome. Quel giorno me lo ricordo, mi ricordo anche i giorni successivi, mi ricordo la sensazione di impotenza, lo stomaco che si aggroviglia guardando filmati di telecamere fisse, le lacrime mentre va in onda la registrazione della telefonata di una passeggera del primo volo dirottato. Cercare, tentare di dare un significato, capire che New York non è poi così lontana.
Posso dire di ricordarmi dov'ero nei momenti in cui dai telegiornali si apprendeva la notizia della morte di civili iracheni? NO, eppure pensare che sono morte più di 63.000 persone che, forse, con quella guerra non avrebbero voluto aver niente a che fare.
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