Aspettavo solo un suo passo.
Aspettando è arrivato S che in men che non si dica mi ha travolto con i suoi modi di fare che non avevano nulla in comune con il ragazzo della terza fila.
S non credo abbia mai conosciuto la timidezza o la paura di ricevere un sonoro NO. Intraprendente, espansivo, amico di tutti, avrebbe attaccato bottone anche con le macchinette se solo quelle gli avessero potuto rispondere. Chiamava le collaboratrici scolastiche (aka le bidelle) per nome. Teneva banco con tutti, il mio esatto opposto.
S mi ha chiesto di uscire sei volte. Solo alla sesta ho risposto di si. I motivi sono comprensibili speravo ancora che dalla terza fila arrivasse qualche proposta indecente e poi S era troppo diverso da me.
Dalla terza fila nessun segno. La costanza di S era ammirevole. Lì è iniziato tutto, ma questa è storia.

Dopo aver parlato di corsi, esami, relatori, tesi, magistrale e dopo che ha tentato di rubarmi il libretto se n'è uscito con:
- Il primo anno pensavo che tra noi sarebbe nato qualcosa.
- Se tu ti fossi dato una mossa, non sai quanti casini mi avresti evitato.
Cosa potevo dire se non metterla sul ridere?!
Lui mi ha guardata con un grande punto di domanda. Ha balbettato qualcosa che non ho capito, poi fingendo di dover fare una telefonata si è allontanato e non è più tornato.
Non pensavo l'avrei mai detto, ma nonostante tutto menomale che sono uscita con S.
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